Pazzini: "Sono più maturo, voglio fare meglio dell'anno scorso"

24/08/2008

E’ quasi mezzanotte, lo stadio non dorme. Pazzini passa in mezzo ai cronisti olandesi e loro — indifferenza da interpretare — non lo riconoscono o fingono una distrazione snob. In italiano le parole vengono meglio, come i gol: dieci dall’inizio della stagione, compresi i due appena segnati contro l’Alkmaar. Mani in tasca e cappellino in testa, non serve vestirsi alla moda per fare il centravanti. Bisogna semplicemente buttarla dentro. Per inciso va detto che l’arbitro di Alkmaar, l’olandese Peter Wink (questa è solo statistica) è lo stesso che diresse Inghilterra-Italia under 21 a Wembley, quando Giampaolo segnò tre reti.
Pazzini, è già in doppia cifra...
«Me l’hanno detto negli spogliatoi, io non lo sapevo».
Cos’è, indifferenza improvvisa verso la contabilità dei gol? Oppure scaramanzia?
«Né l’una, né l’altra. Semplicemente non avevo tenuto il conto. So di essere partito bene, sono contento e motivato, credo che siano più importanti queste sensazioni del resto».
Ma i gol sono arrivati, e tanti.
«Meglio così, servono per acquistare sicurezza. Comunque se devo essere sincero mi sento più forte rispetto all’anno scorso».
Certo che deve essere sincero.
«Aggiungo allora che se ripenso all’anno scorso il bilancio è questo: ho vissuto un’esperienza che mi ha irrobustito, sono maturato, mi sento più completo. Poi tiro in porta e segno, ma questo forse non c’entra».
Davanti c’è Gilardino: sarà dura partire titolare.
«Questo lo so».
Può essere un modo per sentirsi più leggeri e giocarsela meglio, quando capita?
«Può essere. Ma le buone sensazioni che sento dipendono anche da come ho lavorato, da quanto mi sono impegnato».
Torniamo a Gilardino.
«Volentieri. Lui è un campione, un bravo ragazzo e una persona umile. Nessun tipo di problema con lui, anzi».
Le ha dato qualche consiglio particolare?
«Mi ha spiegato che anche lui ha passato momenti difficili al Milan, bisogna essere forti e superarli. Se uno vale davvero, prima o poi verrà fuori».
Come le voci di mercato che la riguardano.
«Quelle continuano e sono arrivate anche al mio orecchio».
Le fanno piacere?
«Sarei bugiardo se dicessi di no, ma...».
Dal tono sembra un «ma» che chiude il discorso.
«Il mio modo di chiuderlo è dire che non ci penso. Sono contento e sereno, ho in mente solo la partita di Praga, per noi è importante».
Non ha festeggiato i due gol di Alkmaar con le dita sotto gli occhi. Solo perché era una partita amichevole?
«No, sapevo che non c’era la tv e per radio non si sarebbe visto».
Si vede che segnare porta allegria...
«L’ho detto che sono contento...».
Anche Prandelli lo è: pensa davvero di metterlo in difficoltà nella scelta del centravanti?
«L’obiettivo è quello, anche se davanti c’è Gila e so che sarà difficilissimo partire titolare».
Qual è l’obiettivo stagionale di Pazzini?
«Uno ce l’ho: segnare più reti dell’anno scorso».
In questo momento si sente di ringraziare qualcuno?
«Non ho dediche particolari, devo solo continuare a fare quello che mi sta riuscendo».
Quest’anno basta toccarla per segnare...
«Mi sento più forte, più sicuro. E poi i gol ti aiutano a rischiare di più, quando le cose vanno bene non t’importa se sbagli qualcosa. Sai che puoi rifarti».

Angelo Giorgetti - La Nazione
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