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Pazzini: «Speriamo di tornare da Roma felici...»

giovedì 30 aprile 2009


Il Pazzo e la grande folla del Torneo Ravano Erg. Tra foto, autografi, cori, applausi e mille domande: «La Samp? Mi ha fatto sentire importante dal primo giorno, non ho avuto dubbi e sono felice». E' il giorno del Pazzo al Ravano, con i bambini della Coppa Mantovani in frenetica attesa. L'attaccante blucerchiato raggiunge il palchetto destinato per l'incontro coi piccoli fan e inizia la girandola di domande. Il tutto un po' in ritardo, ad onor del vero, con l'animatrice che scusa Pazzini così. «E' arrivato in bicicletta da Bogliasco, l'ho visto adesso col caschetto». Il centravanti della Samp, come sempre più che disponibile, tiene la scena e replica: «E' stata lunga...».

Tutto sul Pazzo.
Poi, le curiosità dei bambini. Che sembrano giornalisti veri, all'inizio. Come ti trovi alla Samp? Quanti gol hai fatto in carriera? Come vedi la partita di domenica? Come ti trovi con Cassano? Come ti trovi alla Sampdoria? Questo l'approccio iniziale, che vien bene per non sbagliare. Pazzini risponde a tutto. «Tra serie inferiori, Serie A, coppe e Nazionali ho segnato circa 60-65 gol. Il derby? Eh, segnare sarebbe bello, ma sarebbe molto più bello fare una gran partita e magari vincere. Alla Samp mi trovo benissimo, così come con Cassano, è un ragazzo eccezionale, dentro e fuori dal campo. E come lui i compagni, con cui ho legato immediatamente: mi hanno fatto sentire parte della squadra dal primo giorno».

Firenze e i ricordi.
Si passa poi alla schiettezza di cui i piccoli sono fatti. E meno male. Domanda preparata, questa - scritta infatti su un foglietto -, non è dato sapere da chi, ma sentirla dalla bocca di un bambino taglia le malizie. Giochi nella Samp perché a Firenze non ti facevano giocare? Pazzini ride di gusto. «Chi te l'ha scritta?», dice al giovane tifoso col microfono in mano. Poi risponde «A Firenze ho passato quattro anni bellissimi, solo che ad un certo punto si sono venute a creare situazioni che mi hanno indotto a cambiare. La Samp mi ha dimostrato fiducia da subito e non ho avuto dubbi». Viene poi il momento dei ricordi, che per gli spettatori dell'incontro si chiama invece presente. Quando hai iniziato a giocare a calcio? «Avevo sei anni», spiega Pazzini. E le dediche, sempre importanti. «Il mio primo gol da professionista? L'ho segnato con la maglia dell'Atalanta all'Albinoleffe, vincemmo 2-1. L'ho dedicato alla mia famiglia, è stata fondamentale per me».

Immagini blucerchiate.
I bambini si dimostrano anche particolarmente sensibili alle fotografie e alle immagini più coinvolgenti. Su tutte, l'esultanza tipica del Pazzo, con le due dita rivolte agli occhi. «Quell'esultanza nasce dal periodo in cui giocavo con il mio amico Luca Toni. Lui portava e porta tutt'oggi la mano all'orecchio, così io l'ho portata agli occhi». Marassi e la Sud. «Beh, questo è uno degli stadi più belli d'Italia, forse il più bello. E' fantastico sentire la gente così vicina, in più da quando sono stato presentato ho avvertito l'affetto forte dei tifosi, che mi hanno anche riservato un coro importante, soprattutto pensando a chi era rivolto prima (Luca Vialli ai tempi della Sampd'oro... n.d.r.». Infine, il recente passato. «Se penso a quest'anno, le partite più belle e difficili sono state contro l'Inter, a San Siro, in Coppa Italia e contro il Milan, a Marassi. Se poi mi chiedete della Coppa, beh, dico che siamo felicissimi di aver raggiunto la finale, speriamo di tornare da Roma con qualcosa in più». Dunque, autografi e foto, per chiudere una serata in perfetta linea con lo spirito del Torneo Ravano.

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哇,PAZZOLIVO項破百了耶...把PAZZO跟LIVO分家好了

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